martedì 19 giugno 2012

SYRIZA E LA SINISTRA EUROPEA


Syriza non ce l'ha fatta. Una campagna forsennata da tutta Europa, fatta anche di calunnie e menzogne, ha indotto i greci a dare un vantaggio ai conservatori che ora formeranno il governo con i socialisti del Pasok. Quelli che hanno rovinato i lavoratori e il popolo greco sono ora chiamati a salvarli. In realtà non faranno che aggravare la situazione.
Ma la battaglia non finisce qui. Lo straordinario risultato di Syriza è anche il capitale accumulato da una generosa lotta di resistenza fatta di scioperi, manifestazioni, scontri e conflitto diffuso e che ha visto nella proposta della Coalizione di sinistra un possibile punto di appoggio. La forza di Syriza, il suo essere esempio per la sinistra europea, non sta tanto nella formula politica tipicamente graca, con i suoi limiti e le sue specificità, ma nella sua capacità di tenuta, nell'aver resistito alle pressioni e aver indicato un'alternativa alle politiche della Troika a partire dall'annullamento del debito. Così come è stato significativo aver dimostrato che è possibile essere distanti e alternativi al socialismo moderato e liberale del Pasok così come di gran parte della socialdemocrazia europea.
In questo senso servirebbe una Syriza anche in Italia. Sul piano del programma, con il rifiuto delle politiche di austerità, l'annullamento del debito illegittimo, la riforma fiscale o la nazionalizzazione delle banche. E sul piano politico, con un progetto che spazzi via il liberalismo temperato di Bersani e soci e proponga un'altra strada. Non a caso il centrosinistra, Cgil compresa, si allinea alla vittoria dell'unità nazionale a Atene.
Noi pensiamo che questa ipotesi di lavoro sia un utile esempio anche per la sinistra sociale e politica in Italia sapendo che non esistono mai modelli da imitare. Un esempio sul piano dell'unità fra forze diverse, sul piano del rinnovamento e su quello della radicalità dei contenuti.
Ai sindacati di classe, ai comitati territoriali contro le devastazioni ambientali, ai centri sociali, gli studenti, i precari, il movimento delle donne, il movimento impegnato nei vari Pride, alle associazioni e ai collettivi e alle forze politiche disponibili a mettersi in gioco chiediamo di lavorare per una Coalizione sociale e politica che innanzitutto costruisca un movimento unitario e plurale, autorganizzato e democratico, radicale e combattivo. E' questa la priorità assoluta per uscire dall'attuale stasi della resistenza all'austerità. Una coalizione non identitaria, né settaria, capace di parlare a tutto il mondo del lavoro, del precariato, di chi è colpito dalla crisi in tutte le sue varie espressioni e di realizzare un contrasto efficace e duraturo, il contrario di quanto fatto finora, al governo Monti e alle politiche della Troika.
E che discuta, senza feticci o ultimatismi ma anche senza complessi, della possibilità di rappresentare anche una alternativa sul piano elettorale. Una Coalizione anche in Italia ci sembra il modo più efficace per sostenere la lotta di Syriza che, contrariamente alle apparenze, è appena cominciata.
Esecutivo Nazionale Sinistra Critica

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