mercoledì 29 ottobre 2008

LA SAPIENZA: AGGRESSIONE FASCISTA

"Facciamo appello a tutti i sindacati per uno sciopero generale di tutte le categorie per il ritiro dei provvedimenti su scuola e università"



"Immediatamente disponibile a rispondere alle richieste di centinaia di miliardi di euro da parte degli amici banchieri, il Governo si è invece dimostrato sordo alle straordinarie mobilitazioni di migliaia di studenti, docenti e ricercatori in tutta Italia approvando il decreto Gelmini." dichiara Flavia D'Angeli, portavoce nazionale di Sinistra Critica e insegnante precaria.
"Nonostante quest'atto di arroganza – continua D'Angeli – siamo convinti che la determinazione di questo movimento non calerà, e lo vedremo già da domani, con lo sciopero generale della scuola dei sindacati confederali, che sarà attraversato dagli stessi Atenei in rivolta.
Così come non fermeranno il movimento squadracce neofasciste mascherate da studenti, che sembrano aver seguito i consigli del presidente Cossiga nel provocare e aggredire violentemente gli studenti e le studentesse in mobilitazione, diventando così molto utili al Governo.
Esprimiamo la nostra totale solidarietà agli studenti aggrediti da un gruppo (il Blocco studentesco) che fa parte di un'organizzazione dichiaratamente fascista (Casa Pound-ex Fiamma Tricolore) dunque incostituzionale."
"Continueremo a sostenere le mobilitazioni e le iniziative contro il decreto Gelmini e contro la legge 133 – conclude la portavoce di Sinistra Critica – e facciamo appello a tutti i sindacati, di base e confederali, a proclamare subito uno sciopero generale di tutte le categorie per il ritiro di questi provvedimenti. Vincere su scuola e università sarebbe infatti un passo fondamentale per una battaglia più generale contro la politica economica e sociale del Governo."

Roma 28 ottobre 2008
Corteo università RomaTre - Senato




Non sappiamo quanto durerà questo movimento e dove arriverà. Lavoreremo per farlo vincere, ovviamente, per ottenere il ritiro del decreto Gelmini e dei provvedimenti sull'Università. Quello che vediamo è che un'irruzione improvvisa di soggettività ha modificato significativamente la politica e la società, che la cappa grigia che era emersa da due anni di governo Prodi e certificata alle elezioni di aprile mostra qualche squarcio.
Il movimento è fortemente politico anche se riesce ancora a stare oltre la politica che abbiamo fnora conosciuto, oltre i riti e gli schemini della sinistra di palazzo - per quanto il Pd cerca e cercherà di attirarlo a sé e di intestarsene la rappresentazione politica. E' politico, e segna la nostra fase, perché soprattutto esprime il disagio di una generazione che non ha niente da perdere, ha un futuro segnato dalla precarietà e dal disagio, sbarrato da una destra oggi al potere che pensa solo al "piccolo mondo antico" - il maestro unico, ora anche la canzone sul Piave cantata in classe - e che non ha nessuna idea di futuro che non sia il filo spinato davanti alla porta di casa. Per questo non ha paura, l'ha finita tutta.
Se c'è una possibilità di rigerenerare un discorso e una pratica anticapitaliste, l'apporto di questi studenti può essere decisivo. Per questo siamo lieti di essere immersi nel profondo delle occupazioni e delle mobilitazioni, di aver intuito da tempo che nel mondo studentesco qualcosa stava per accadere. Mentre il capitalismo "tossico" mostra per intero la sua crisi c'è qualcuno che ha il coraggio di affermare che non quella crisi non vuole pagarla. E' un discorso in linea con le necessità dell'oggi, con la necessità di resistere. Serviranno altre parole e altri discorsi per passare all'offensiva - e in particolare andrà articolato un ragionamento sull'unità con il movimento dei lavoratori e sull'autorganizzazione democratica del movimento. La priorità dell'oggi è che la partecipazione cresca, il movimento si allarghi e si diffonda, le occupazioni si moltiplichino fino ad arrivare all'obiettivo fondamentale di veder ritirato il decreto e i provvedimenti del governo. Con determinazione e a mani alzate, senza paura.

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