
Studenti e lavoratori insieme per lo sciopero generale
I veri responsabili della crisi che per decenni si sono arricchiti grazie alle politiche liberiste, alle privatizzazioni, alle esternalizzazioni, in nome degli slogan "meno stato e più mercato", "privato è bello" incassano dal governo Berlusconi altre decine di miliardi, mentre ai pensionati, alle lavoratrici e ai lavoratori, ai precari e ai disoccupati va solo una indegna elemosina.
Confindustria valuta positivamente il decreto governativo, anche se la sua voracità insaziabile glielo fa giudicare "insufficiente". Dopo aver incassato miliardi e miliardi nel periodo delle vacche grasse si apprestano a fare altrettanto con il pretesto della crisi, sfruttando ancor più la classe lavoratrice e saccheggiando il territorio e l’ambiente.
Intanto la sofferenza del mondo del lavoro prosegue e si aggrava:
• I salari, fermi da anni grazie alla moderazione delle piattaforme confederali, sono sempre più erosi dalla crescita dei prezzi dei generi di prima necessità;
• I ritmi di lavoro e gli orari di fatto si intensificano e minano la salute delle lavoratrici e dei lavoratori;
• I diritti nelle aziende si fanno sempre meno esigibili e la Confindustria ha l’obbiettivo di far saltare i contratti collettivi di lavoro;
• La precarietà del lavoro non colpisce solo i precari, ma ha ormai contagiato anche i lavoratori e le lavoratrici a tempo indeterminato; centinaia di migliaia sono già in cassa integrazione, mezzo milione di precari sono mandati a casa e si prevedono due anni di recessione con una massiccia disoccupazione.
CISL, UIL e UGL hanno accettato i provvedimenti governativi, ribadendo la loro complicità con la Confindustria e con il governo. Ma la mobilitazione crescente, prolungata e diffusa degli/delle studenti, delle/degli insegnanti, delle dei ricercatrici/ricercatori, l'indizione dello sciopero generale dei metalmeccanici e dei lavoratori della Funzione pubblica, il successo dello sciopero e della manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio e del terziario e, già prima, la grande manifestazione nazionale dei sindacati di base, hanno indotto la CGIL a rompere gli indugi e a proclamare lo sciopero generale per il 12 dicembre.
Altrettanto hanno fatto i sindacati di base, proclamando anch'essi lo sciopero su piattaforme più radicali. Le manifestazioni del 12 dicembre saranno, dunque, ancora una volta, una grande occasione per ritrovare in piazza insieme studenti e lavoratrici e lavoratori uniti a gridare insieme: «Noi la crisi non la paghiamo».
Al di là della piattaforma della CGIL, moderata come tutta la sua politica, il movimento si batte per obiettivi concreti: il ritiro senza condizioni dei decreti del governo Berlusconi-Tremonti-Gelmini in materia di istruzione, la stabilizzazione dei precari, una diversa politica salariale che ridistribuisca fortemente i redditi a favore delle classi lavoratrici, la difesa dei contratti nazionali di lavoro.
Alla straordinaria gravità della crisi occorre rispondere con obbiettivi non meno straordinari e radicali, capaci di far pagare i responsabili della crisi.
• Blocco di tutti i licenziamenti, compresi quelli dei lavoratori precari;
• una grande patrimoniale per tassare le grandi proprietà e profitti trovando così le risorse per interventi pubblici straordinari;
• sostegno al reddito dei lavoratori con l’istituzione di un salario minimo di 1.300 euro al mese e di una salario sociale triennale per chiunque resti senza lavoro e dal raddoppio delle pensioni minime;
• nazionalizzare le banche per metterle al servizio del paese e garantire un intervento pubblico per rilanciare servizi pubblici e stato sociale.
Lo sciopero generale del 12 deve essere solo un inizio,
per provare a vincere come in Francia.
Bloccare il Governo Berlusconi è possibile
approfondendo e unificando le lotte.
per provare a vincere come in Francia.
Bloccare il Governo Berlusconi è possibile
approfondendo e unificando le lotte.
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