mercoledì 22 ottobre 2008

La protesta monta, 40 mila in corteo con i sindacati
di Riccardo Chiari

FIRENZE - C'è anche una bronzea copia di cartapesta dei Prigioni di Michelangelo nell'enorme corteo, per lo più studentesco ma anche di lavoratori precari e non e di ricercatori di ogni età, che percorre il centro di Firenze. Vuole simboleggiare l'energia trattenuta, imprigionata, di una marea di ragazze e ragazzi che con grande generosità continuano la loro battaglia civile contro i progetti governativi nel comparto dell'istruzione. Quella che scorre da piazza San Marco al Duomo, da San Firenze alla Santissima Annunziata, è la quarta manifestazione di protesta in sole due settimane. Ed è anche la più affollata: in decine di migliaia, arrivati anche da Pisa e da Siena, rispondono all'appello dei sindacati confederali di categoria, e di quasi tutte le realtà organizzate dell'area vasta della sinistra nei tre atenei toscani. Con l'aggiunta, quanto mai corroborante, delle migliaia e migliaia di under 20 sempre in prima fila nella mobilitazione che sta segnando il caldo autunno studentesco nella regione.
Spettacolo nello spettacolo, la miriade di cartelli e di striscioni che accompagnano il corteo. Si va dal «Maria Stella riforma tua sorella» agli «Studenti di medicina coagulati contro la Gelmini». Passano di mano volantini listati a lutto con su scritto «Dopo lenta agonia si è spenta l'università pubblica», si alzano i cori: «Il futuro dell'Italia siamo noi». L'Italia guarda addossata ai marciapiedi, si affacciano incuriositi i turisti, alcuni di loro solidarizzano. Mentre i vigili urbani fermano il traffico per far passare il lunghissimo, interminabile corteo, e nessun automobilista ha il coraggio di suonare il clacson.
Qualche voce della manifestazione: «Non sono di sinistra ma quello che il governo vuole fare non va bene - racconta un universitario - è per questo che sono venuto alla manifestazione». Poco più in là un ragazzo delle superiori tira le somme di queste intensissime giornate: «Torniamo a scuola, ma non a capo chino». Le ragazze precarie dell'ex Indire distribuiscono i loro volantini e si sfogano: «Per noi non ci sarà nemmeno la possibilità di fare un concorso per un'eventuale stabilizzazione». Un corteo di almeno tre generazioni, dai teen-ager ai quarantenni, segnato dalla paura di una futura precarietà e dalla incertezza dell'attuale precarietà. Una volta al traguardo, in una piazza Santissima Annunziata strapiena, i sorrisi di Moreno Verdi e di Gianna Fracassi della Flc Cgil fiorentina e toscana sono il segno del successo della manifestazione. «Sono stati eccezionali i collettivi - ben ricorda Verdi - senza di loro questo movimento non avrebbe questa presa». Dal Rettorato fiorentino, a sera, il titolare Augusto Marinelli chiede di «cercare soluzioni praticabili» alla crisi delle università italiane. «Quelle toscane in crisi lo sono ancora di più - ricorda puntuale un docente a contratto - e vorrebbero trasformarsi in Fondazioni. È da anni che ci puntano. E sarebbe la scelta peggiore, lo scrive perfino il Foglio».

Il manifesto – 22 ottobre 2008

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